Rapporto tra Competenze trasversali, sport e alimentazione
Quale è la relazione tra le competenze trasversali e lo sport? In questa prima parte dell’articolo andremo ad esaminare il rapporto tra competenze trasversali e sport mentre nella seconda parte, per mano del Biologo Nutrizionista Dott. A. Vacca, andremo a sottolineare l’importanza dell’alimentazione nello sport.
Quando svolgo orientamento professionale per diplomandi e laurendi mi sento dire dai ragazzi che loro nel cv non possono scrivere niente perché non avendo mai lavorato non hanno imparato niente di utile nel lavoro.
È in questo frangente che spiego ai ragazzi il rapporto tra sport e competenze trasversali.
Competenze trasversali e sport: il modello
Il modello di competenze trasversali al quale mi riferisco divide queste competenze in 5 macro aree: relazionale, intellettuale, gestionale, adattabilità, emotiva.
Gli sport che vengono praticati in età adolescenziale sono solitamente di gruppo e individuali e in piccola parte misti.
Negli sport di gruppo rientrano il calcio, la pallavolo, il rugby, la pallacanestro, ecc.
In quelli individuali rientrano gli sport da combattimento, il nuoto, gli scacchi, il tennis, il golf, ecc.
Negli sport misti rientrano invece gli sport dove hai un pilota e un team. Quest’ultima categoria l’ho inserita perché diversi piloti di motocross e rally mi hanno descritto il loro lavoro come un’attività dove la responsabilità condivisa, il rispetto dei ruoli di gruppo, la collaborazione tra membri del team è fondamentale per preparare bene il veicolo prima di andare in pista e durante la gara (queste sono caratteristiche di sport di gruppo).
Quando sei però alla guida devi avere una concentrazione, una autodeterminazione, una capacità di gestire il flusso di coscienza pari a quelli degli sport individuali. Credo però che in età adolescenziale un pilota non abbia un team molto strutturato a meno che non faccia già delle gare di un certo livello.
Competenze trasversali e sport: autovalutazione e crescita
Quindi conoscere il rapporto tra sport e competenze trasversali è molto importante per le persone sia per sapere quali competenze hanno acquisito o stanno acquisendo svolgendo quella attività fisica, sia perché conoscendo il rapporto tra competenze trasversali e sport puoi scegliere lo sport che permetta di acquisire una competenza dove si pensa di essere carente.
Sport di gruppo
Solitamente gli sport di gruppo tendono a migliorare, a sviluppare le competenze relazionali; quando faccio parte di una squadra io imparo il rapporto che c’è tra il ruolo che ha una persona e le aspettative che hanno i membri del team su quella persona.
Negli sport di gruppo si vive il rapporto tra ruoli e gerarchie, si capisce che non tutti i ruoli hanno la stessa importanza, che quando interpretiamo un ruolo diverso da quello che vorremmo possiamo andare in conflitto, che quando decidiamo di cambiare ruolo senza avvertire gli altri membri del team si crea un conflitto, si impara l’interdipendenza dagli altri, spirito di gruppo, regole sociali, ecc.
Sport individuale
Se invece decidi di fare uno sport individuale sai che quando perdi, perdi tu e basta; non perdi tu e l’allenatore ma solo tu. Quando sei solo in vasca o sul ring devi disciplinarti da solo, il vincere o perdere dipende quasi esclusivamente da te e quindi sviluppi un’auto determinazione molto elevata, così come un self-efficacy molto elevata.
Ci sono sport individuali dove la prestazione è talmente lunga nel tempo (es: maratona) che l’allenamento mentale è l’unica cosa che a un certo punto ti fa arrivare al traguardo.
Nello sport individuale hai la necessità di imparare a estraniarti da tutto e concentrarti solo su l’obiettivo (flusso di coscienza), devi avere una capacità di autoanalisi elevata e soprattutto ti devi piacere. Immaginate se dovete passare 3 o 4 ore con voi stesse e scoprire che non vi piacete per niente!!
Negli sport individuali curi meno la collaborazione e più l’autodisciplina, c’è meno responsabilità condivisa; nello sport di gruppo hai una responsabilità non solo verso te stesso e l’allenatore ma nei confronti di tutto un team. In entrambi la capacità di gestire lo stato emotivo o di creare strategie cambia moltissimo perché hai delle risorse in un tipo di sport che nell’altro non hai.
Quindi ai ragazzi che devono approcciarsi al mondo del lavoro gli insegno a valutare se stessi in base al rapporto tra competenze trasversali e sport, gli insegno a valutare se stessi attraverso le competenze trasversali che hanno acquisito anche con attività non lavorative.
Questo è il rapporto tra competenze trasversali e sport ma c’è un rapporto anche tra sport e alimentazione?
Competenze trasversali e alimentazione
La corretta alimentazione è alla base di una buona prestazione sportiva ma purtroppo viene spesso sottovalutata dagli atleti. Nutrirsi in maniera corretta consente di sostenere meglio lo sforzo fisico intenso, migliorare la performance sportiva e recuperare più velocemente.
Il regime alimentare più idoneo, sia nello sportivo amatoriale che nel professionista, è quello Mediterraneo. Non esiste un’alimentazione uguale per tutti in quanto ognuno di noi ha un proprio fabbisogno energetico quotidiano, i propri gusti, i propri impegni (sportivi e lavorativi), possibili patologie e via discorrendo.
Ciò che dobbiamo sempre ricordare è che il nostro organismo ha bisogno giornalmente di proteine, glucidi, lipidi, vitamine e minerali, quindi non vanno assolutamente seguite diete drastiche, diete ad esclusione e i digiuni tanto di moda in questo periodo.
Cosa sono e a cosa servono?
I carboidrati sono fondamentali, rappresentano circa il 55-60% del fabbisogno energetico quotidiano, devono essere prevalentemente complessi (pane, pasta, riso, farro, orzo, mais, ecc), meglio in forma integrale, e in minor misura semplici (marmellata, miele, frutta, ecc).
Le proteine devono provenire sia dal mondo animale (carne, pesce, uova, latticini) che dal mondo vegetale (legumi, cereali e pseudo cereali), rappresentano il 10-15% del fabbisogno energetico quotidiano e possono variare in base al peso dell’atleta e alla attività sportiva svolta.
I lipidi devono essere intorno al 25-30% scegliendo naturalmente grassi buoni, monoinsaturi e polinsaturi, presenti ad esempio nell’olio extra vergine d’oliva, nella frutta secca, nel pesce e riducendo ma non eliminando i grassi saturi ,come il burro, importanti anch’essi per la nostra salute.
Fondamentali sono anche i micronutrienti, minerali e vitamine, pensate alle vitamine C, E ed A che hanno un’ azione antiossidante, contrastano i danni dei radicali liberi; le vitamine del gruppo B , anch’esse fondamentali per lo sportivo e non solo, hanno la funzione di trasformare proteine e zuccheri in energia oltre ad essere coinvolte nel processo di produzione e riparazione delle cellule. Per quanto riguarda i sali minerali pensate ad esempio al magnesio, importante perché riduce l’accumulo di acido lattico e permette la contrazione muscolare e al ferro che porta ossigeno ai muscoli. I Sali minerali li troviamo anche nell’acqua che deve essere considerata uno dei principali integratori per l’atleta. Bisogna idratarsi durante tutta la giornata e soprattutto bere qualche sorso prima, durante l’allenamento (ogni 15-20 minuti un sorso d’acqua) e dopo l’attività sportiva sempre a piccoli sorsi.
Sport e alimentazione: quando mangiare?
L’alimentazione deve essere variata il più possibile e suddivisa in 5 pasti quotidiani: colazione, pranzo, cena e due spuntini. Gli spuntini sono fondamentali soprattutto nello sportivo, anche se spesso trascurati, sia nel pre work-out perché supportano l’attività fisica, che nel post work-out perché permettono il recupero muscolare.
La nutrizione varia:
-a seconda che lo sportivo sia amatoriale o professionista;
-nei periodo di allenamento e in gara
-in base al tipo di sport, in quanto varia la richiesta energetica
-in base ai tempi: è opportuno iniziare a svolgere l’attività sportiva dopo tre ore dal pasto principale perché durante la digestione si richiama più sangue a livello dell’apparato digerente venendo meno a livello dei muscoli e inficiando cosi la prestazione. Se io devo praticare sport subito dopo mangiato (perché magari ho solo quel momento libero per allenarmi) non andrò a fare un pasto completo ma andrò ad esempio a preferire un primo piatto con delle verdure cotte evitando proteine e grassi che rallenterebbero la digestione.
-per quanto riguarda gli spuntini, nel post work-out è fondamentale ripristinare il glicogeno muscolare nel più breve tempo possibile attraverso il consumo di un frutto o succo di frutta e, se si vuole anche incrementare la massa muscolare, è opportuno consumare una quota proteica entro le due ore dall’allenamento.
Concludo dicendo che nello sportivo alla base di una buona prestazione c’è sempre un’ottima alimentazione che deve essere indicata esclusivamente da un professionista sanitario (dietologo/nutrizionista) che terrà conto di tutte le caratteristiche dell’atleta.
Buon lavoro,