Competenze trasversali, sport e videogiochi
Quale è la relazione tra le competenze trasversali, lo sport e videogiochi? In questa prima parte dell’articolo andremo a esaminare il rapporto tra competenze trasversali e sport mentre nella seconda parte, per mano dello Psicologo Dott. A. Mancini, andremo a evidenziare il rapporto tra competenze trasversali e videogiochi.
L’articolo che segue “rapporto tra competenze trasversali, sport e videogiochi” è legato al modello di competenza dove queste vengono suddivise in 5 aree:
- Area gestionale
- Area relazionale
- Area intellettuale
- Area emozionale
- Area innovativa
All’interno di queste si sviluppano i comportamenti che fanno capire se un individuo possiede o meno una di queste competenze e in che misura.
Perché è importante sapere il rapporto tra competenze trasversali, lo sport e i videogiochi?
Durante i percorsi di Orientamento molti studenti diplomandi e laureandi lamentano il fatto che non avendo mai svolto nessun lavoro non sanno cosa possano portare al mondo del lavoro.
Negli ultimi anni invece si è visto che le aziende considerano talenti le persone che dimostrano di possedere le competenze sopra menzionate.
Competenze trasversali e sport: dove si imparano?
Alcune negli sport, altre nell’uso di videogiochi, argomenti che ci interessano in questo articolo, altre in attività extra-curriculari come le associazioni di volontariato.
Il rapporto tra competenze trasversali, sport e videogiochi è presto fatto.
All’interno dell’area Relazionale vengono inserite la leadership, la gestione di gruppi e la capacità di lavorare con gli altri, l’intelligenza sociale (avvero la capacità di capire velocemente le regole sociali di una situazione)
Queste competenze le persone le acquisiscono all’interno di sport quali il calcio, la pallavolo, il rugby e in tutti quegli sport che ci obbligano a dover far parte di un team.
All’interno di questi sport si impara l’importanza dei ruoli, la necessità di confermare le aspettative dei nostri compagni e la spiacevole sensazione di essere messi in disparte quando non lo facciamo.
All’interno del team ci sono ruoli diversi (leader, operativo, bastian contrario, ecc.), mansioni diverse, gerarchi formali e informali. Una cosa che viene molto ricercata dalle aziende è la capacità di collaborare tra colleghi.
In questi gruppi siamo responsabili non solo di noi ma anche degli altri, la nostra sconfitta è la sconfitta dei nostri compagni, la nostra vittoria è la vittoria anche degli altri.
Competenze trasversali e sport individuali
Poi ci sono sport come il pugilato, il nuoto, il tennis nel quale dobbiamo invece imparare a dosare bene le nostre energie per tutto il match perché la vittoria o la sconfitta ricade alla fine dell’incontro solo sulle nostre spalle.
La capacità di auto motivarsi, ti tirarsi su quando tutto sembra andare storto è quasi solo in noi.
Bisogna essere in grado di gestire la tensione in maniera autonoma, di sopportare lo stress e l’ansia da prestazione individualmente perché nel campo l’errore è solo personale e non c’è responsabilità condivisa.
Competenze trasversali e sport di gruppo
E poi ci sono quegli sport dove la concentrazione deve essere talmente alta che tutto il resto scompare; nel calcio una cosa del genere la si può vivere se batti un rigore, nel rugby se tiri un calcio dopo una meta ma non è niente in confronto al livello di attenzione di chi fa tiro con l’arco o con la pistola, chi fa i tuffi, il golfista in alcuni tiri.
In questi sport il risultato è molte volte immediato e tutto dipende da una frazione di secondo durante la quale l’atleta è talmente concentrato che non si accorge di niente se non dell’obiettivo. A livelli molto alti si parla di “flusso di coscienza” per indicare lo stato in cui cadono alcuni atleti nel momento della loro prestazione sportiva.
Se non hai la capacità di concentrarti e estraniarti dal frastuono o dai disturbi esterni e interni molti lavori di precisione non puoi portarli a termine.
Se sei invece un appassionato di scacchi saprai che la lungimiranza, ovvero la capacità di prevedere le future mosse dell’avversario, è determinante per vincere la gara; fare strategie in linea con i continui cambiamenti del tuo avversario, il prevedere futuri possibili, scartare ipotesi di volta in volta sono le caratteristiche dell’area Intellettuale e dell’area Gestionale.
Competenze trasversali e videogioghi
a cura del Dott. Andrea Mancini
Oltre che il rapporto tra competenze trasversali e sport esiste anche un rapporto tra competenze trasversali e videogiochi? Quale è invece il rapporto tra competenze trasversali e videogiochi?
Ci chiediamo questo perché moltissime persone adulte, adolescenti, maschi, femmine passano molto tempo coi videogiochi e quindi è importante sapere che rapporto c’è tra le suddette competenze trasversali e i videogiochi.
Il gioco come momento di apprendimento
Il gioco è da sempre considerato uno strumento di apprendimento, se ad esempio pensiamo al neonato ci viene facile considerare come attraverso il gioco riesca ad esplorare e conoscere il mondo e le sue regole. Perché questo ragionamento non dovrebbe valere per il videogioco?
Spesso accusato di essere solo una perdita di tempo fine a se stessa, possiamo finalmente ribaltare il pregiudizio evidenziando la portata formativa di tale strumento. Ogni videogioco si può scomporre in tante meccaniche, definibili come regole interne al gioco che mettono in relazione una o più risorse con uno o più effetti.
Ciascuna meccanica (es. ritmo veloce di gioco, usare le armi, esplorare mondi o risolvere enigmi) è collegabile intuitivamente a competenze trasversali e, più in generale, alle 5 macro aree descritte sopra. L’area intellettuale è molto coperta dai tanti puzzle game presenti negli store con tantissimi (e diffusissimi) titoli dedicati alla risoluzione di enigmi sotto forma di rompicapi logici, strategici o in cui, ad esempio, si deve completare una sequenza di numeri, parole e forme geometriche. In questo senso possiamo, provocatoriamente ma non troppo, affermare che la struttura di giochi come Ruzzle, Tetris o Candy Crush ricalchi molto la struttura di alcuni dei principali test psicologici utilizzati nei processi di selezione del personale da molte Aziende.
E pensiamo anche all’abilità di coordinazione occhio-mano necessaria in molti videogiochi, riconducibile anche ad attenzione e concentrazione, o alla costante presenza di tempi stretti e big boss da sconfiggere che rimandano nitidamente a tematiche di gestione dello stress e resilienza.
Poi ci sono i grandi titoli come League of Legends o World of Warcraft in cui si gioca online all’interno di gruppi di “colleghi” da coordinare e gestire in nome di un obiettivo comune: non può sfuggire la stretta relazione con i costrutti di leadership e teamwork.
Videogiochi come palestre formative
I videogiochi quindi si configurano sempre di più come palestre formative di alta qualità, ideali per la generazione dei millennials ma funzionali trasversalmente ad età e anzianità professionali: richiedono una costante messa in gioco delle nostre competenze per raggiungere obiettivi e superare livelli e in cambio ci forniscono feedback immediati e istantanea possibilità di riprovarci. Non a caso Eiji Aonuma, ideatore per Nintendo del capolavoro The Legend of Zelda: Breath of the Wild, amava affermare che il valore aggiunto di un videogioco è soprattutto nell’esercizio del fallimento, nella possibilità di prepararsi agli inevitabili fallimenti che la vita ci porrà davanti sulla strada del raggiungimento dei propri risultati.
E nella vita, come nei videogiochi, il segreto per conseguire i nostri obiettivi non è (solo) il talento ma la grinta intesa come miscela di passione, tenacia, perseveranza e determinazione.
Grazie e buon lavoro,