Emozioni: cosa sono? A cosa servono?
In questo articolo parleremo in generale delle emozioni e dei principali studi teorici che le hanno affrontate come tema; naturalmente l’oggetto di studio è ampio e l’articolo e molto semplice e non ha pretese.
Comunque se leggete attentamente l’articolo e trovate degli esercizi pratici su questo argomento vi assicuro che migliorerete il vostro Quoziente Emotivo e affrontare meglio situazioni lavorative stressanti come il burnout o il boreout.
Come definire le emozioni?
Le emozioni si possono gestire e capire il proprio stato d’animo permette di non farci sorprendere dai picchi emozionali e di controllare i comportamenti che ne seguono; questa capacità trasversale si chiama Intelligenza Emotiva (studiata da Savoy, Mayer, Filliozat, ecc.) o quoziente emotivo.
Le Emozioni sono reazioni più o meno improvvise del nostro organismo stimolate da pensieri o situazioni che si compongono di connotati fisiologici, cognitivi, comportamentali.
Solitamente una emozione non dura molto; se un evento mi provoca tristezza per poco tempo si parla di emozione, se invece dura per più tempo si parla di stato d’animo.
Detto più semplicemente l’emozione è uno stato di tensione che si può attivare perché c’è la percezione di gap tra mondo interno ed esterno.
Quindi le emozioni sono un enorme bagaglio di informazioni che ci dice che abbiamo qualcosa che ci piace (gioia), che abbiamo qualcosa che ci migliora (orgoglio), che ci manca qualcosa che vogliamo (invidia), che abbiamo qualcosa che temiamo di perdere (gelosia).
Molti dei miei clienti non sono in grado di dare una definizione a parole della maggior parte delle emozioni che provano.
Le funzioni delle emozioni
Le emozioni hanno diverse funzioni tra le quali quelle di darci una serie di informazioni su come agire e valutare le situazioni che ci capitano; servono a descrivere il nostro rapporto col mondo esterno e col mondo interno e ci indirizzano i comportamenti a secondo della situazione.
Le emozioni hanno anche una funzione interna ed una esterna:
- Per esempio, l’invidia nasce dall’idea che se possediamo l’oggetto, la qualità di un’altra persona o di una cosa (la forza del mare, la stabilità delle montagne, ecc.), questo ci migliorerebbe; per diminuire questa tensione si possono intraprendere tre strade:
- Lavorare sodo per poter acquisire quella competenza o oggetto che desideriamo (invidia sociale),
- Svalutare il valore della competenza o oggetto che aneliamo (la storia della volpe e dell’uva),
- Denigrare la persona che possiede la competenza o l’oggetto.
- Quando siamo tristi ci chiudiamo in noi stessi (funzione individuale) e contemporaneamente i nostri amici ci vengono in soccorso quando ci vedono o ci sentono tristi (funzione sociale).
- La paura, che in situazioni prolungate diventa ansia, che in situazioni estreme diventa terrore, che in situazioni non oggettive diventa fobia ha il compito di proteggerci da ciò che potrebbe farci male ed è quindi collegata a comportamenti di attacco-fuga e alla rabbia.
In linea generale le emozioni sembrano innate, hanno anche una funzione comunicativa, hanno una funzione fisiologica (si attiva tutta una serie di meccanismi quali la produzione di ormoni – adrenalina, ossitocina, dopamina – ecc.), comportamentale (attacco-fuga) e cognitiva.
L’aspetto cognitivo fa si che le emozioni attivino diversi processi di pensiero come:
- la percezione
- la memoria
- i valori
Le emozioni primarie
Una distinzione che viene fatta tra i vari studiosi di emozioni è quella tra le emozioni primarie (universali, innate) e secondarie (acquisite e culturali).
Ci sono diverse teorie a riguardo (Ekman, Plutchik, Frjida, James, ecc.) che concordano su questa distinzione; le emozioni primarie hanno delle precise caratteristiche, ovvero:
Per essere fondamentale, primaria, universale o di base, un’emozione deve soddisfare vari criteri:
- Ogni emozione primaria è rappresentata da un’unica espressione facciale tipica in tutto il globo.
- Le emozioni primarie sono improvvise e difficilmente controllabili.
- Deve durare poco tempo.
- Si può chiaramente identificare; è quindi riconosciuta e distinta da altre emozioni
- Si manifesta a tutte le età dall’infanzia alla vecchiaia.
- Deve essere espressa fisicamente in modo tipico.
- E’ provocata da situazioni di vita universali.
Tra le emozioni primarie solitamente si trovano la gioia, la paura, la rabbia, il disgusto, la sorpresa e la tristezza; questa classificazione riguarda i primi studi di Ekman che poi ne aggiungerà altre; quasi tutte queste sono state riconosciute da altri studiosi come universali.
Le emozioni secondarie
Le emozioni secondarie invece sono tali perché
- sono insegnate dalla cultura di appartenenza,
- includono una valutazione del sé
- e iniziano a vedersi nei bambini a partire dal primo anno di età quando iniziano a gattonare (concezione dello spazio e di ciò che non è noi stesso -concetto di diverso da me – ma di noi stessi – concetto di mio, tuo, suo, proprietà, possesso, ecc.) e a capire o a intuire il principio di causa-effetto (se piango, compare qualcuno che mi dà da mangiare).
Bibliografia
- Scopri il tuo quoziente emotivo di Travis Bradberry, Jean Greaves
- I volti della menzogna di P. Ekman
- Il quoziente emotivo di Isabelle Filliozat
- Intelligenza emotiva di Daniel Goleman
- Intelligenza emotiva al cuore della performance di Joshua Freedman con prefazione di Peter Salovey