Decision making: il processo di scelta
Quando dobbiamo prendere una decisione (o attuare un processo di decision making) e fare una scelta dobbiamo sfruttare le nostre abilità cognitive (memoria, pensiero e abilità logiche) e aspetti emotivi e motivazionali (motivazione, self efficacy, locus of control, immagine di sé, ecc.) unite alle nostre competenze trasversali.
Naturalmente oltre al saper decidere in periodo di crisi, è molto importante saper gestire una buona comunicazione; in periodo di crisi ogni decisione, per quanto buona, verrà mal digerita o, peggio ancora, boicottata se non supportata da una comunicazione efficace e organizzata.
Perché è importante avere un metodo per prendere una decisione?
Se sei una persona molto logica rischi di decidere senza valutare l’importanza emotiva che una scelta ha; sono quelle persone che quando ci parli ti rispondono che il modo più logico di fare è … e non riescono a capire perché il loro modo di pensare è asettico e vuoto. Queste persone, quando ritengono che non ci siano possibilità oggettività si fermano e non considerano che le persone sono in grado di cose straordinarie; solitamente vengono percepite come pessimiste che tendono a esagerare gli aspetti negativi mentre loro rispondono che non sono pessimisti ma razionali.
Se sei invece una persona che decide di pancia potresti ritrovarti in situazione dove il guadagno è di molto inferiore ai costi; sembrano persone d’azione e decise ma potrebbero essere assolutamente incapaci di restare ferme. Potrebbero essere delle persone ansiose, apprensive, terrorizzate dal dover pensare prima di agire.
Avere un metodo invece significa mediare attraverso una analisi logica/razionale una analisi emotiva/divergente; passare da una analisi dell’impatto anche emotivo che una scelta ha, utilizzando anche il pensiero divergente per trovare soluzione alternative. Questo ci permette di capire che non si può trovare una soluzione su tutto ma che ci si può provare; ci permette anche di capire che la soluzione più logica non è quella più gratificante.
Secondo Linsday e Norman il processo decisionale consiste in una serie di operazioni mentali che intervengono quando qualcuno ha la possibilità di scegliere tra più alternative e deve pertanto decidere un unico corso per le sue azioni.
Nel concetto di Decision Making esistono tre modelli.
Decision making e il modello normativo
L’approccio normativo si focalizza sulla teoria della scelta razionale. Secondo questa teoria, in condizione di incertezza e di rischio, gli individui si rappresentano le opzioni di scelta in termini di utilità attesa. Ovvero, maggior guadagno, minima perdita; il soggetto fa la scelta che è meno rischiosa e più vantaggiosa; ciò è conseguenza del calcolo dell’utilità attesa.
In maniera semplicistica diciamo che un individuo che ha diverse alterative su cui dover scegliete ne valuta gli elementi rilevanti rispetto al vantaggio che ne può ricavare; fa la somma dei punteggi dei singoli attributi delle aalterbative e sceglie quella col punteggio più alto.
Limitazioni di questo approccio sono:
- l’individuo non può avere la visione di tutte le alternative possibili alle sue scelte
- l’individuo non può avere il numero di informazioni sufficiente a dare un valore preciso agli attributi delle alternative
- il rapporto rischio/spesa non è sempre la scelta migliore.
Decision making e il modello descrittivo
In questo modello ci si chiede principalmente come le decisioni siano prese in diversi contesti operativi.
Nel primo modello si pensa a un individuo che ha la capacità di valutare tutte le alternative possibili e le loro caratteristiche e che ha la possibilità di avere tutte le informazioni del caso per fare questa analisi.
Nel modello descrittivo invece si considera l’individuo come limitato mentalmente, in un ambiente che fondamentalmente non lo aiuta nel fornire tutte le informazioni di cui ha bisogno e che quindi non gli permette il massimo guadagna col minimo rischio.
Qui si parla della scelta migliore non in assoluto ma molto relativa; diciamo che si fa la scelta dell’alternativa più promettente in base all’analisi che facciamo di un numero limitato di informazioni in linea coi nostri valori e interessi.
Decision making e il modello prescrittivo
Il modello prescrittivo invece si prefigge lo scopo di fare un elenco di comportamenti ottimali al fine di prendere una buona decisione; questo modello cerca di essere più pragmatico, abbandonando l’idea di prendere una decisione ottimale e razionale ma di compiere la scelta più soddisfacente possibile.
Comunque, a prescindere dal modello che decidete di assumere nel momento di decidere sappiate che il cervello funziona meglio quando ha un minimo di tre alternative e un massimo di sette.
Sotto alle tre alternative il cervello non percepisce una scelta autonoma ma una imposizione (una alternativa, niente scelta) o un dilemma (due alternative, se scelgo una perdo tutto dell’altra) mentre oltre le sette alternative il cervello teme di perdere troppo e perciò si blocca (paradosso della troppa scelta).
Quando si deve comunque prendere una decisione molto importante sapere cosa è realmente importante per noi (valori, interessi e motivazioni), fare una scaletta delle possibili alternative in base a ciò che ci interessa (non meno di tre non più di sette), dare un valore agli elementi per noi fondamentali di esso, e sperare nella nostra lungimiranza, ovvero la capacità che ognuno di noi ha di prevedere il futuro in base all’analisi divergente delle informazioni che abbiamo.
Comunicare la decisione
A prescindere dal modello di Decision making che si adotta o delle tecniche di Problem solving usate è importante mediare le valutazioni logiche con quelle emotive, è importante usare un pensiero convergente insieme a quello divergente e tutto questo al fine di trovare la migliore soluzione in assoluto in quella situazione, con i numero di informazioni che possiamo avere ed elaborare, che porti nel futuro il miglior guadagno possibile.
Oltre a ciò mi devo chiedere: cosa devo comunicare? Come lo devo fare (quali canali usare)? A chi devo comunicarlo? Con quali tempistiche devo regolare la mia comunicazione?
Bibliografia e sitografia
- Il decision making e i sistemi decisionali multicriterio di Domenico Falcone, Fabio De Felice e Thomas Saaty
- Modelli per decidere: dal management reattivo a quello anticipativo di Marco Santoni
- Psicologia della scelta di Enrico Farina
- Decision making e problem solving di John Adair
- https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S1050641112001058
- https://pdfs.semanticscholar.org/56c8/e179e361c907231027a26a989fe4d585b565.pdf#page=8